Genova: trasporto ferroviario, Toti “Da gennaio 10mila ragazzi non pagheranno l’abbonamento o avranno uno sconto del 50%”

Genova: trasporto ferroviario, Toti “Da gennaio 10mila ragazzi non pagheranno l’abbonamento o avranno uno sconto del 50%”.

Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore ai Trasporti Augusto Sartori dopo le polemiche relative al nuovo piano tariffario per il 2024, in via di approvazione.
“Il nuovo piano tariffario per il trasporto ferroviario in Liguria rappresenta qualcosa di assolutamente inedito, mai visto prima. Un piano pensato e strutturato per andare incontro alle esigenze degli studenti, delle famiglie e di coloro che usano il treno tutti i giorni, pendolari lavoratori. Il provvedimento più significativo, è necessario ribadirlo, riguarda appunto gli studenti: dall’anno prossimo tutti gli iscritti a scuola sotto i 19 anni avranno l’abbonamento gratis per la tratta da casa a scuola. Non solo: gli studenti under 26, quelli quindi iscritti all’Università, avranno uno sconto del 50% sull’abbonamento, sempre sulla tratta tra casa e la sede dell’istituto che frequentano. Anche qui, un risparmio per moltissime famiglie che sostengono i nostri giovani nel percorso di studi, un provvedimento che vuole anche contrastare la dispersione scolastica”.

“Per quanto riguarda invece i pendolari, anche qui, il nuovo piano tariffario vuole agevolare il più possibile coloro che si spostano ogni giorno per lavoro: è necessario ricordare che il contratto di servizio prevede aumenti del 4,5% sul costo degli abbonamenti nel 2024, ma grazie al nuovo piano non verranno applicati sugli abbonamenti mensili e annuali. Oltre a questo – precisano Toti e Sartori – dal 1° gennaio raddoppierà il valore del bonus previsto per i pendolari in caso di ritardi e soppressioni, che può essere usato per pagare scontato l’abbonamento del mese successivo, passando dal 10 al 20% del costo dell’abbonamento stesso. Un’impostazione pensata proprio per agevolare chi risiede in Liguria e prende il treno per recarsi al lavoro, all’università o a scuola: un modo non solo per sostenere economicamente, seppur in modo indiretto, le famiglie, ma anche per agevolare la residenzialità nei nostri borghi e nei nostri paesi, e contrastare lo spopolamento dei centri più piccoli”.

 

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